"Allo stato attuale non abbiamo elementi per dire quale sia stato il movente, ma si suppone che la vicina di casa sia una vittima collaterale". Lo ha detto la pm, Federica Iovene, che, alla procura della Repubblica di Bolzano, ha offerto una ricostruzione delle dinamica dei fatti legati al doppio omicidio di San Candido. "I primi militari che sono riusciti ad entrare nel condominio - ha riferito la pm - hanno visto delle pozze di sangue e hanno intravisto la sagoma di una persona. Poi sono ricominciati gli spari, quindi i militari sono usciti dall'abitazione. Successivamente, ci sono stati ulteriori colpi di arma da fuoco sparati dal balcone dell'abitazione". "A quel punto - prosegue Iovene - si è ritenuto di dover fare intervenire le forze speciali, il che ha richiesto del tempo". Quando i Gis sono riusciti ad entrare all'interno dell'appartamento, secondo la ricostruzione della pm, Ewald Kühbacher ha ripreso a sparare, rivolgendo, da ultimo l'arma contro se stesso con un colpo alla gola. "Il medico d'urgenza che era sul posto lo ha stabilizzato, è stato poi portato all'ospedale di Bolzano dove, però, dopo poche ore, è deceduto", spiega Iovene. Solo a quel punto è stato possibile fare un sopralluogo all'interno dell'edificio, dove sono stati rinvenuti il cadavere del padre di Kühbacher, Hermann, disteso sul letto, colpito con un'arma da fuoco, e, nel giroscale, il cadavere di una donna, identificata poi come Waltraud Jud, vicina di casa, anche lei colpita da colpi di arma da fuoco, "principalmente - riferisce ancora la pm - nella parte posteriore, il che ci fa capire che la donna era forse salita per vedere cosa stava succedendo e, poi, avendo capito, ha cercato di fuggire, ma è stata colpita alle spalle". "Non abbiamo ancora risultati sui rilievi, ma questa è la dinamica dei fatti che abbiamo riscontrato", ha concluso Iovene.